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Together We Stand: la comunità come risposta ad alcuni problemi sociali / Together We Stand: community as an answer to social problems

A novembre 2023 l’associazione Acmos ha ospitato in Cascina Caccia, a San Sebastiano da Po, lo scambio internazionale europeo promosso dal progetto Erasmus+!
Lo scambio Together We Stand si è svolto dal 3 al 12 novembre 2023 e ha viste coinvolte trenta persone provenienti, oltre che dall’Italia, dalla Germania, dalla Grecia, dal Portogallo e dalla Spagna.
L’esperienza di questo scambio Erasmus+ ha trattato come tema principale l’idea della comunità, concetto cardine dell’associazione Acmos e del Movimento che essa crea. Vivere in Cascina Caccia ha permesso alle giovani persone partecipanti di creare concretamente una comunità durante i giorni dello scambio: condividere i pasti, le pulizie del luogo, i momenti di convivialità è stato utile per sentirsi a proprio agio e vivere sulla propria pelle ciò che l’associazione ospitante intende quando parla di comunità. L’intenzione era quella di ragionare sull’idea di comunità ponendola come un possibile pezzo di risposta collettiva a tre problemi sociali che vivono gran parte delle persone giovani in Europa: l’eco-ansia e la crisi climatica, il benessere psicofisico e la crisi lavorativa e abitativa.

 

Tre giornate dello scambio sono state dedicate ad affrontare ognuna, rispettivamente, uno dei tre problemi individuati. Durante la mattinata, lɜ partecipanti hanno cercato dati sui propri paesi di provenienza, organizzandosi alla fine dei lavori a gruppi per presentare a tuttɜ le situazioni nazionali riguardanti uno dei tre specifici temi. Durante i pomeriggi, invece, tre realtà hanno deciso di contribuire al ragionamento sulla comunità che ha guidato lo scambio: il circolo Arci Kontiki, il collettivo Tutto Annodato, e la responsabile delle comunità di Acmos con il responsabile di Casa Acmos. Queste tre realtà e persone hanno testimoniato il fatto che l’eco-ansia, la fragilità psicofisica e la precarietà abitativa possono essere affrontate più facilmente dallɜ giovani se il processo viene fatto insieme e all’interno di un gruppo, invece che singolarmente.

 

Il Kontiki è un circolo Arci torinese, prima sede di Fridays For Future Italia e gestito dall’associazione Giustizia Climatica Ora!, che aprendo un circolo Arci ha creato anche un forte senso di comunità intorno al tema della crisi climatica e dell’eco-ansia. Il collettivo Tutto Annodato è composto da giovani studentɜ delle scuole superiori e dell’università che sensibilizzano altrɜ giovani sui temi della salute mentale e, in particolare, sul tema del suicidio, approcciandolo con delicatezza e rispetto delle esperienze di vita altrui. Ramona Boglino e Pietro Zerilli, rispettivamente responsabile delle comunità di Acmos (ambito DAI) e responsabile di Casa Acmos, hanno raccontato allɜ partecipanti come l’associazione ospitante interpreta il senso della parola comunità, provando a trasformarlo in testimonianza concreta nelle proprie vite di ogni giorno.

 

Oltre alla seria riflessione sociale e culturale su questi temi non sono mancate le serate di svago, in particolare con le serate internazionali, che hanno permesso ai gruppi di ogni paese partecipante di raccontare la propria cultura e le sue particolarità!
L’ultimo giorno, ogni partecipante ha ricevuto il proprio Youth Pass, e ogni gruppo nazionale ha presentato la proposta di progetto sulla quale aveva lavorato negli ultimi giorni di permanenza in Cascina Caccia. Ogni gruppo nazionale ha lavorato su uno dei tre problemi individuati all’inizio dello scambio, provando ad analizzare il proprio contesto – grazie agli strumenti acquisiti nei giorni precedenti – e ad ipotizzare una risposta concreta al problema, attuabile sul proprio territorio di provenienza.

Speriamo, tra qualche anno, di vedere questi progetti messi in pratica in ottica collettiva e comunitaria!

 


 

In November 2023, the Acmos association hosted the European International Youth Exchange promoted by the Erasmus+ project in Cascina Caccia, in San Sebastiano da Po!
The Together We Stand exchange took place from 3rd to 12th of November 2023 and involved thirty people from Italy, Germany, Greece, Portugal and Spain.
The experience of this Erasmus+ exchange dealt with the idea of community as its main theme, a key concept of the Acmos association and the Movement it creates. Living in Cascina Caccia allowed the young participants to concretely create a community during the days of the exchange: sharing meals, moments of conviviality, cleaning the place were useful things for feeling at ease and experiencing firsthand what the host association means when it talks about community.
The intention was to think about the idea of community, using it as a possible piece of collective response to three social problems that the majority of young people in Europe experience: eco-anxiety and the climate crisis, psychophysical well-being and the work and housing crisis.

 

Three days of the exchange were dedicated to addressing, respectively, each of the three problems identified. During the morning, the participants looked for and studied data on their countries of origin, organizing group presentation to present to everyone the national situations regarding one of the three specific themes. During the afternoons three organizations decided to contribute to the exchange week on the topic of community that guided the exchange: the Arci Kontiki club, the Tutto Annodato collective, and the manager of the Acmos communities with the manager of Casa Acmos. These three realities and people testified to the fact that eco-anxiety, psycho physical fragility and housing precariousness can be addressed more easily by young people if the process is done together and within a group, rather than individually.

 

Kontiki is an Arci club in Turin, the first headquarter of Fridays For Future Italia and managed by the Giustizie Climatica Ora! association, which by opening an Arci club has also created a strong sense of community around the theme of the climate crisis and eco-anxiety. The Tutto Annodato collective is made up of young high school and university students who raise awareness among other young people on the issues of mental health and, in particular, on the topic of suicide, approaching it with delicacy and respect for the life experiences of others. Ramona Boglino and Pietro Zerilli, respectively responsible for the Acmos communities (DAI area) and responsible for Casa Acmos, narrated to the participants how the host association interprets the meaning of the word community, trying to transform it into testimony in their concrete everyday lives.

 

In addition to the serious social and cultural reflection on these themes, there was no shortage of leisure evenings, in particular with the international evenings, which allowed groups from each participating country to talk about their culture and its particularities!
On the last day, each participant received their Youth Pass, and each national group presented the project proposal they had worked on in the last days of their stay in Cascina Caccia. Each national group worked on one of the three problems identified at the beginning of the exchange: they tried to analyze their own context – using the tools acquired in the previous days – and to hypothesize a concreate and feasible response to the problem in their territory of origin.

We hope, in a few years, to see these projects put into practice from a collective and community perspective!

 

Debora Dellago

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Ceasefire now! Basta bombe su Gaza!

Il 2 Dicembre scendiamo in piazza per portare la nostra solidarietà ai più di 2 milioni di persone che da 45 giorni vivono sotto una pioggia di bombe e fuoco. In questi giorni di guerra, niente è stato risparmiato: gli attacchi israeliani hanno colpito indiscriminatamente palazzi residenziali, scuole, ospedali, moschee, chiese e persino ambulanze. Contro qualsiasi norma del diritto internazionale, sono stati rasi al suolo quegli edifici che dovevano costituire un rifugio sicuro per la popolazione civile ed è stato impedito il passaggio degli aiuti umanitari che trasportano acqua, cibo, carburante ed altri beni di prima necessità. 

Sono più di 15.000 le vittime, di cui quasi 6000 bambini e bambine; altri sono gravemente feriti senza la possibilità di venire curati mentre il sistema sanitario è al collasso. I corpi di altri, ancora, rimangono seppelliti sotto le macerie: sono 6800 i dispersi, tra cui 4500 bambini e donne.

Non vogliamo rimanere in silenzio di fronte a questa tragedia. Come cittadinɜ, studentɜ, lavoratorɜ, docenti, medici, volontarɜ, attivistɜ, gruppi ed organizzazioni, scendiamo in piazza per chiedere l’immediato cessate il fuoco

Non possiamo accontentarci di una tregua temporanea: dopo questi 4 giorni di interruzione dagli attacchi, il governo Israeliano ha già dichiarato che riprenderà l’offensiva. 

Offensiva che viene appoggiata anche dal Governo italiano che si è astenuto dalla risoluzione Onu del 28 Ottobre che chiedeva il cessate il fuoco immediato. Questo appoggio risulta ancora più intollerabile se prese in considerazione tutte quelle voci che si sono sollevate dalla società civile in sostegno alla popolazione della striscia di Gaza, dalle occupazioni che hanno coinvolto scuole ed università, agli scioperi di organizzazioni e sindacati, agli appelli per il cessate il fuoco firmati dai docenti delle università italiane e dall’Ordine dei Medici. 

 

Per questi motivi scendiamo in piazza come società civile per chiedere il cessate il fuoco immediato e la liberazione di ostaggi e prigionieri, perché è nostro compito in questo momento storico fare pressione sui nostri governi affinché cessi il massacro in atto.

 

Basta con i bombardamenti, basta con l’occupazione!

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22 novembre: un campanello per la scuola sicura – video

ll 22 novembre 2023, VIII Giornata Nazionale per la Sicurezza nelle scuole, abbiamo suonato un campanello d’allarme per riportare l’attenzione sul diritto degli studenti e delle studentesse ad avere scuole sicure, aria pulita intorno agli edifici scolastici e percorsi favorevoli all’uso della bicicletta nel tragitto casa scuola.

 

La giornata è iniziata presso il Liceo Cattaneo di Torino, dove ha avuto luogo l’assemblea “La scuola sicura”. In seguito è partito il corteo in bicicletta che ha fatto tappa davanti a diverse scuole della città che hanno aderito all’iniziativa: Liceo Cavour; IC Torino II; IIS Avogadro; IIS Gioberti/Palazzo Nuovo. Lungo il tragitto, all’altezza di Corso Casale 246, un pensiero speciale è stato dedicato a Emilia Maidaska, la studentessa ucraina investita mentre si recava a scuola.

 

L’arrivo del corteo è stato presso i Giardini Vito Scafidi di Piazza Chiaves, a Torino, per deporre un fiore sulla targa che ricorda lo studente che il 22 novembre 2008 perse la vita a causa del crollo del controsoffitto della sua aula al liceo Darwin di Rivoli.

 

L’iniziativa è promossa dal Fondo Vito Scafidi in collaborazione con Fondazione Benvenuti in Italia, ACMOS, Libera Piemonte, Fridays For Future Torino, Torino Respira, Future Parade, FIAB Torino Bici e Dintorni, Fiab Torino Bike Pride, Toroller Collective, Progetto Ven- Velo, Associazione Jonathan, Legambiente, Legambiente Metropolitano Torino, Cittadinanza Attiva, Città di Settimo, Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, con il patrocinio della Città di Torino e della Città Metropolitana di Torino.

Rassegna stampa

 

Leggi l’articolo di presentazione con i materiali dell’iniziativa

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22 novembre: un campanello per la scuola sicura

Il 22 novembre 2023, VIII Giornata Nazionale per la Sicurezza nelle scuole, suoneremo un campanello d’allarme per riportare l’attenzione sul diritto degli studenti e delle studentesse ad avere scuole sicure e aria pulita intorno agli edifici scolastici.

 

Già l’anno scorso abbiamo dedicato il 22 novembre a questo tema, ma i recenti dati messi a disposizione dal Comitato Torino Respira ci restituiscono una situazione poco confortante: in tutte le 133 scuole torinesi campionate, il valore del biossido di azoto è oltre quello raccomandato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e in una su 10 supera i limiti di legge.

 

Vogliamo, quindi, che le istituzioni preposte mettano in atto azioni concrete per tutelare la salute e il benessere degli studenti e delle studentesse, mettendo al centro l’importanza della mobilità attiva casa-scuola e creando contesti favorevoli all’uso della bicicletta nel Bike-to-school.

 

Vogliamo inoltre che la sicurezza scolastica torni una priorità della politica locale e nazionale, mentre osserviamo un progressivo disinteresse istituzionale intorno al tema. Abbiamo di fronte una straordinaria possibilità per la messa in sicurezza, l’ammodernamento e l’efficientamento energetico dei plessi scolastici, grazie ai fondi del PNRR e non vogliamo che questa occasione venga sprecata.

 

Il 22 novembre 2023 celebra con noi la Giornata Nazionale per la sicurezza nelle scuole e unisciti alla staffetta in bicicletta tra le scuole di Torino.
Porta con te un campanello per suonare l’allarme intorno al tema della sicurezza scolastica

 

 

Programma della giornata:
Ore 9,00 – Liceo Cattaneo di Via Sostegno, 41/10
Assemblea “La scuola sicura” con le istituzioni e le organizzazioni che si occupano di sicurezza scolastica per fare il punto della situazione e stabilire gli obiettivi futuri.

 

Ore 10,30 partenza del corteo in bicicletta fino ai Giardini Vito Scafidi, passando dalle scuole che hanno aderito all’iniziativa: Liceo Cavour; IC Torino II; IIS Avogadro; IIS Gioberti/Palazzo Nuovo. In seguito percorreremo insieme Corso Casale, dove alla staffetta principale si uniranno gli studenti partiti da Settimo Torinese (appuntamento alle ore 10.00, davanti all’ IIS Galileo Ferraris – Via Don Carlo Gnocchi 2/A – Settimo) e dove ricorderemo Emilia Maidaska, la studentessa ucraina investita in corso Casale, a Torino, mentre si recava a scuola.

 

Alle 10,30 – in contemporanea con la partenza del corteo –  chiediamo a tutte le scuole di organizzare un’azione in strada per testimoniare l’urgenza della sicurezza scolastica e chiedere alle istituzioni “aria pulita” intorno agli edifici scolastici.

 

Ore 13,00 arrivo del corteo ai Giardini Vito Scafidi di Piazza Chiaves, Torino, per deporre un fiore sotto la targa che lo ricorda e per un momento di raccoglimento per ricordare tutte le vittime dell’edilizia scolastica.

 

Liniziativa è promossa dal Fondo Vito Scafidi in collaborazione con Fondazione Benvenuti in Italia, ACMOS, Libera Piemonte, Fridays For Future Torino, Torino Respira, Future Parade, FIAB Torino Bici e Dintorni, Fiab Torino Bike Pride, Toroller Collective, Progetto Ven-Velo, Associazione Jonathan, Legambiente, Legambiente Metropolitano Torino, Cittadinanza Attiva, Città di Settimo,  Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, con il patrocinio della Città di Torino e della Città Metropolitana di Torino.

 

Verso il 22 novembre
In avvicinamento al 22 novembre – VIII giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, sono diverse le iniziative di sensibilizzazione sul tema. Scarica il PDF con il programma completo delle iniziative previste qui.

 

Il 22 novembre
La Giornata Nazionale per la Sicurezza nelle Scuole, in ricordo di Vito Scafidi; degli studenti e delle studentesse della Casa dello Studente de l’Aquila; dei bambini e delle bambine di San Giuliano di Puglia e di tutti gli studenti e le studentesse rimast3 ferit3 a scuola è celebrata ogni anno il 22 novembre.

La data è stata istituita con la legge legge 107/2015 nel giorno dell’anniversario della morte di Vito Scafidi: il diciassettenne che perse la vita il 22 novembre del 2008 mentre si trovava a scuola, il Liceo Darwin Rivoli (TO), a causa del crollo di un controsoffitto.

Dal 2015 il Fondo Vito Scafidi lavora per promuovere il tema della sicurezza scolastica tra i giovani, gli insegnanti, il personale scolastico e nell’opinione pubblica. Interloquisce con i rappresentanti della politica perchè vengano investiti fondi ed energie per rendere le scuole sicure, tecnologiche e belle, oltre a spingere per creare le condizioni affinchè a scuola si instaurino relazioni sane in un ambiente altrettanto sano.

 

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La locandina dell’evento

Il Comunicato stampa

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Grazie a tuttɜ per aver sostenuto con noi la famiglia di Aladji

É passato quasi un mese da quando abbiamo ricevuto la terribile notizia della scomparsa di Aladji.

 

Come prima cosa abbiamo voluto contattare la sua famiglia, per dar loro tutto il nostro sostegno e supportarli in quei passaggi più burocratici, difficili da compiere in un momento simile, ma necessari.

Il loro desiderio era quello di rimpatriare la sua salma in Senegal, dove vive il resto della famiglia.

Ci siamo così attivati per raccogliere dei fondi e aiutarli con i costi di questa procedura.

 

Ringraziamo tuttɜ per aver voluto, insieme a noi, dare supporto alla famiglia e permettere così ai suoi cari di dargli un ultimo saluto.

Ciao Aladji, noi continueremo ad immaginarti tra le mura di Casa Acmos insieme a noi.

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Beni confiscati alle mafie: luoghi aperti e condivisi!

La legge 109 del 1996 stabilisce che i beni confiscati alle mafie non possono avere altra funzione se non quella di servizio alla società.

Acmos ha deciso di impegnarsi nella restituzione alla cittadinanza di quello che un tempo apparteneva ai mafiosi, trasformando questi luoghi in spazi di democrazia, incontro, cultura e impegno.

Cascina Caccia e Cascina Arzilla sono due beni confiscati che da ormai diversi anni presidiamo, costruendo progetti di riutilizzo sociale grazie all’impegno dellɜ giovani che vi abitano e ne portano avanti le attività: una comunità di vita che prova a intessere forti legami con il territorio e la società, permettendo a tuttɜ di vivere quei luoghi come spazi aperti e condivisi.

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Prossimità e relazioni: un’idea alternativa di cura e felicità

Da più di venticinque anni ACMOS lavora nella scuola pubblica, nelle case popolari, nei beni confiscati alle mafie con l’obiettivo di non lasciare nessunə indietro, con la consapevolezza che insieme si possa alleviare il dolore e la solitudine, che organizzandosi democraticamente si possa essere sovrani generando un miglioramento nella società di cui tuttɜ possano goderne.

Il minimo comune denominatore delle attività e dei nostri progetti è la metodologia con cui opera: l’animazione d’ambiente.

Un metodo che sta sotto il cappello dell’educazione informale, estrapolato dallo studio di educatori e intellettuali, imprescindibili per il nostro lavoro, come Paulo Freire, Augusto Boal, Danilo Dolci, Don Milani. L’animazione significa prima di tutto “stare con”, calarsi in un contesto, farsi riconoscere e riconoscere l’altrə all’interno dello spazio pubblico, dare nome alle persone e dare valore agli individui con le loro storie, passioni e sofferenze, costruire relazioni che possano spalancare porte attraverso cui far passare amore e fiducia.

Senza amore e senza fiducia non c’è cambiamento possibile. Anche l’amore non basta però, ci ricorda un grande maestro e punto di riferimento come Don Luigi Ciotti nel titolo del suo ultimo libro. Dall’amore e dalla voglia di prendersi cura devono venire fuori desideri e volontà che rispecchino un altro mondo possibile, con la consapevolezza di poterlo costruire insieme.

 

Oggi sembrano però prevalere la disillusione e la disaffezione, un enorme sentimento di paura che genera mostri e fa regredire il nostro modo di intendere la società. Il futuro è sempre più opaco mentre assistiamo al riemergere di guerre sanguinose, al collasso climatico, dove povertà e diseguaglianza sovrastano il panorama mentre in primo piano lɜ pochɜ arricchitɜ ostentano la bella vita in faccia a chi mai potrà averla.

La mancanza di una credibile idea alternativa di felicità, il credo sedimentato per cui il benessere di alcunə per forza si basa sul malessere di altrɜ, la competizione e l’ansia di venire schiacciatɜ, generano spaesamento e confusione, fino ad arrivare a veri e propri episodi di criminalità per riuscire a imporsi con la forza e la violenza.

Chi ha poco vuole di più, con l’illusione di poterlo ottenere attraverso scorciatoie e furbizie. In una società in cui l’accesso ai beni e alle risorse non è regolato ed equamente distribuito, in una società in cui le persone soffrono, si innesca automaticamente un circolo vizioso di odio e rancore. L’attuale governo non solo non riconosce le reali cause degli episodi di violenza, nella maggior parte dei casi derivate da situazioni di marginalità e invisibilità, ma pensa addirittura di poter risolvere la situazione solo ed esclusivamente con il braccio di ferro: punizione, sanzione, umiliazione. Pura follia.

Oggi più che mai si deve ripartire dall’educazione informale e dall’animazione d’ambiente, consapevoli che i problemi sociali che vengono riscontrati sono frutto di decine di anni di scelte politiche e culturali tossiche, figlie di un modo di intendere la vita prettamente economicista ed egoista, che non possono essere contrastate e risolte con la bacchetta magica.

Oggi più che mai serve prossimità e relazione. Non servono più progetti a spot, slogan, soluzioni digitali, pagine social, campagne pubblicitarie moraliste. Serve calarsi nelle realtà e costruire relazioni autentiche con le persone, capirne i bisogni e i desideri, e soprattutto dare voce e opportunità a coloro che si sentono invisibili. Si pensi a tuttɜ coloro che ancora non hanno diritto a un documento nonostante lavorino anche dieci ore al giorno, senza permessi di soggiorno o diritto di voto per assurde decisioni politiche e per una vergognosa lentezza burocratica che perpetrano disuguaglianze e discriminazioni.

 

Stare nella scuola pubblica con il progetto SCUTER permette agli animatori di ACMOS di avere una continuità durante l’anno, presenti nello spazio scolastico una mattina a settimana. La prima cosa è mettersi a disposizione di una comunità scolastica che nonostante i fondi PNRR e tante promesse sta soffrendo. Non certo per l’incapacità o la mancanza di coraggio degli insegnanti, ma soffre sotto i colpi della precarietà, dell’eccessiva burocratizzazione e della confusione che si respira nell’ambiente circostante: la scuola che ha l’obiettivo di generare cittadinɜ e teste pensanti collide con la società del profitto e dell’ordine. Mettersi a disposizione significa proporre incontri di costruzione del gruppo classe, mediazione dei conflitti, sostegno al singolo, accoglienza delle classi prime.

Significa fare rete con dirigenti, insegnanti, educatorɜ, psicolgɜ e con lɜ studentɜ stessɜ per capire quali sono i problemi, costruire attività partecipate e condivise, essere parte di una comunità che si conosce e si muove verso un orizzonte comune. Oltre agli incontri in classe e alle assemblee svolte attraverso giochi, momenti teatrali, musica, pezzi di serie tv per parlare anche di disagio e benessere, antimafia sociale, giustizia climatica, Unione Europea e tanti altri temi, generando dibattito e discussioni profonde, i momenti più importanti sono gli intervalli e i pomeriggi.

Viene scelto un punto visibile della scuola dove costruire il “Punto Scuter”, come può essere l’atrio o un corridoio molto frequentato, viene colorato e abbellito, vengono posizionate sedie e divani, una bacheca con curiosità, articoli di giornale e informazioni / opportunità presenti sul territorio. Quando suona la campanella viene messa la musica scelta dallɜ ragazzɜ stessɜ, ci sono tavolini con carte e giochi di società, viene scelta la domanda del giorno a cui tuttɜ possono rispondere, vengono preparate attività per far conoscere le ricorrenze civiche più importanti, si accolgono le riflessioni, i pensieri e gli stati d’animo di coloro che abitano la scuola costantemente.
Insomma la comunità scolastica prende vita generando un modo di stare insieme divertente fuori dalle dinamiche di consumo, fuori dall’ansia e dalla paura.

Un’altra parte fondamentale dello SCUTER sono le esperienze sul territorio per toccare con mano storie, iniziative, musei, scelte di vita. Le esperienze e gli incontri di vita formano le persone più di ogni altra cosa.  Un intervallo dopo l’altro, un incontro in classe dopo una chiacchierata all’uscita, passo dopo passo, le persone si parlano, si ascoltano, si conoscono e provano a riflettere sul mondo circostante.

Questi progetti se non sono sono sostenuti, politicamente ed economicamente, se non sono implementati e modellati a seconda dei contesti e delle esigenze, se non entrano in un ragionamento di sistema che coinvolga tutti i principali attori del territorio su come si possa generare cambiamento sociale, rischiano di diventare delle bellissime oasi nel deserto dell’indifferenza. Strade alternative ci sono, serve la volontà di percorrerle insieme.

 

Gabriele Gandolfo

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Salvare l’acqua per salvare il futuro!

Il 26 luglio 2023 è stata depositata in Comune la proposta di delibera di iniziativa popolare di indirizzo a SMAT SpA, per contrastare siccità e sprechi e per la tutela della risorsa idrica. 

 

L’urgenza di intervenire è dettata dalla gravità della crisi climatica i cui effetti, aggravati da incuria e sprechi e dal prevalere di una visione economicista nella gestione del territorio, stanno causando danni ambientali irreversibili. 

 

L’acqua sta divenendo sempre più scarsa e preziosa. Non bastano le piogge della tarda primavera ad invertire una tendenza che ormai da tempo la comunità scientifica indica come certa, e che nel prossimo futuro richiederà una rigorosa gestione della risorsa, ponendo fine a sprechi e dispersioni e alla sconsiderata concezione dell’acqua come bene inesauribile. 

 

Il testo della proposta ha quindi al centro gli investimenti sugli acquedotti per ridurre le perdite, la tutela dei punti di prelievo da sostanze inquinanti, l’applicazione della normativa “Ripristino della Natura” approvata il 12 luglio 2023 dal Parlamento Europeo in particolare per quanto riguarda la rinaturalizzazione dei fiumi, il rafforzamento della natura pubblica di SMAT spa, la promozione attraverso interventi formativi di una cultura dell’acqua come risorsa limitata. 

L’auspicio è che questa iniziativa consenta a cittadinɜ e amministratorɜ, ciascunə nel proprio ambito, di fare quanto è necessario per salvare l’acqua e il nostro futuro. 

Approfondisci qui l’iniziativa 

&

Clicca qui per firmare anche tu la proposta!

 

ACMOS, Assemblea NOTAV Torino e Cintura, Attac Torino, Co.Mu.Net, Comitato Acqua Pubblica Torino, Comitato Difesa del Parco della Pellerina, Ecologia Politica, Fridays for Future Torino, Extinction Rebellion Torino, Laboratorio Manituana, Rifiuti Zero Piemonte, Salviamo il Paesaggio, Volere la Luna.

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La nostra azione per la Giornata Mondiale della Salute Mentale

Nella notte lɜ giovani del nostro movimento si sono recatɜ in diversi luoghi di Torino – scuole, centri di aggregazione giovanili, istituzioni, Centri per la Salute Mentale, Asl, ospedali, sedi di alcune associazioni – per legare il capo di un filo che dovrebbe unirli nella loro missione.  

Abbiamo voluto mettere in evidenza la necessità di costruire una rete di cura, fatta dalle diverse realtà che quotidianamente affrontano il tema del benessere psicologico, ma che vedono ancora difficile il superamento del binarismo “malattia/assenza di malattia” e la costruzione di  legami che permettano di dare risposte articolate, condivise e efficaci affichè supportino le persone nel loro percorso verso il benessere, irraggiungibile con il solo supporto medico-sanitario.

 

Immaginiamo di avere davanti a noi una mappa della nostra città e immaginiamo, con delle puntine, di individuare tutti quegli spazi e quelle realtà che si occupano, in varie forme e con differenti ruoli, di benessere mentale. Noi siamo convintɜ che collegando tutte queste puntine tra loro si possa creare una rete, un vero e proprio ecosistema, che nella sinergia e nella collaborazione trova la chiave per sostenere chi vive situazioni di malessere e di disagio psicologico.

Crediamo che sia fondamentale costruire intorno alla parola “cura” una nuova narrazione, fatta di persone, servizi, luoghi e relazioni, una vera e propria rete dove i legami, forti e resistenti, diventano appoggio per le persone, sostegno per le fragilità individuali, per ritrovare nella comunità un luogo sicuro e libero.

 

Vogliamo provare a dirci che farsi collettivamente carico del malessere può rappresentare un percorso, anche politico, di cura.
Che se parte di quel malessere è generato da fattori sociali ed economici, allora tuttɜ possiamo avere un ruolo nell’occuparcene. Insieme.
Che non si tratta di sanɜ e di malatɜ, di chi sta bene e di chi sta male, ma di persone, il più possibile, in relazione che, attraverso percorsi di partecipazione ed esperienze di comunità, possono avere l’opportunità di condividere il dolore, di non sentirsi più solɜ e di agire per rendere la società un luogo più giusto. Uno spazio di cura.

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DEMOAPATIA: la campagna per la cittadinanza 2023/2024

 

“Quello che non ho è una camicia bianca

Quello che non ho è un segreto in banca

Quello che non ho sono le tue pistole..”

Quello che non ho, Fabrizio de André

 

“Ora mi sforzo a immaginare cosa posso fare per sentirmi più a mio agio al mondo adesso

O quando sarò vecchio, renderò conto a chi è più giovane di me

E mi chiederà perché, dov’ero, cosa facevo, a che mi dedicavo, che cercavo

Nel duemila ventidue, nel duemila ventitrè

Perché fondamentalmente adesso è come se durante un’invasione aliena o un incendio in città

Io me ne stessi qua a pensare solo alla mia famiglia e alle mie canzoni

Mentre sulla mia testa crollano i grattacieli”

Infinite Possibilità, Giovanni Truppi

 

La più mortale delle minacce per la democrazia non è l’insorgere di regimi autoritari e liberticidi, che sono il sintomo e non la causa del male, ma la progressiva erosione di una cultura repubblicana. […] Gli europei possono costruire un futuro nel quale le guerre siano illegali, la terra viva e vegeta, i bambini liberi di crescere fuori dalla paura e dal bisogno. Tutti, non soltanto quelli che nascono ai piani alti della ziqqurat terribile che chiamiamo società globale. Per farlo è necessario trasformare l’Unione Europea in una Repubblica: la Repubblica d’Europa, unica e indivisibile, democratica, fondata sulla libertà e sulla responsabilità.

Niente di meno.

La Repubblica d’Europa, ISAGOR

 

 

Esiste oggi un’idea che ha un forte consenso in tutto il mondo, sempre in crescita, che raccoglie supporto e adesione da destra e da sinistra, indipendentemente dalla classe sociale ed economica, con un messaggio che inonda la società infiltrandosi in ogni spazio libero. Se fosse rappresentata da un unico partito sarebbe invincibile e sarebbe il partito dei critici della democrazia – rassegnati, arrabbiati, disillusi, indifferenti, dubbiosi, contrari. L’astensionismo con i suoi numeri (2022, elezioni italiane: 36,09% – 2019, elezioni europee: 49,44%) non è che la punta dell’iceberg, e non fa nemmeno più notizia. Chi non ha diritto di voto non fa più scalpore, e nemmeno si indigna e protesta. Questa è la normalità.

 

La democrazia è lenta e poco efficace, non al passo con il tempo globalizzato che viviamo, distorta dal mondo dei social media, non all’altezza delle sue promesse, distante dal potere reale, inutile scocciatura, spreco di tempo e di soldi per alcunɜ, maschera di rapporti di forza e ingiustizie strutturali per altrɜ. Queste tesi sono infinitamente e scrupolosamente dettagliate, supportate da dati ed evidenze, e trovano immediato consenso.

 

È comodo e facile unirsi a questo coro di critiche.

 

Ma è stupido e sterile farlo senza alternativa perché si contribuisce a distruggere il tentativo democratico e si favorisce chi oggi detiene il potere e ne trae profitto. È scorretto e ipocrita perché almeno in questa parte del mondo si continuerà a godere dei benefici di questo sistema e della sua apparenza democratica. È ingiusto perché non considera tutte le persone ancora escluse dalla democrazia e che vorrebbero o dovrebbero partecipare pienamente e goderne. È deprimente, perché porta a rinchiudersi nelle proprie case, con i propri simili, nei propri piccoli problemi e nelle proprie piccole guerre quotidiane. È autodistruttivo perché farà rimanere sudditi, distrattɜ e impreparatɜ ad affrontare grosse sfide globali che sono già in corso.

 

Invece prima di gettare la spugna e unirsi a questo ideale partito si può sfruttare quel po’ di privilegio che si ha per studiare, capire, provare a occuparsene, a partecipare e migliorarla. Quali sono i principi fondamentali della democrazia, i suoi organi principali e i suoi attori? Quali sono i vecchi e nuovi problemi e le sfide che deve affrontare? Come si rapporta con il sistema capitalista-consumista e con le dinamiche coloniali globali? Con le guerre, le migrazioni, la crisi climatica? Chi è escluso dalla democrazia? E soprattutto la democrazia può ancora essere uno strumento di giustizia per chi non ha soldi, armi o potere in questo mondo? Serve ancora per cambiare in meglio la vita delle persone, la realtà, il mondo?

 

Se c’è un appuntamento a cui non si può arrivare impreparatɜ o con le mani in mano, sono le elezioni del Parlamento Europeo del 2024. L’Unione Europea, così come immaginata durante la Resistenza, è il campo di azione in cui la democrazia può dimostrare il proprio valore – così come era stata immaginata durante la Resistenza. Chi voterà tra il 6 e il 9 giugno 2024 – quanti voteranno? Di quali paesi? I/le giovani cittadini e cittadine voteranno? – e cosa si voterà determinerà in ogni caso le sorti dell’Unione e si manderà un messaggio forte, internamente e al mondo intero. Vincerà la spinta progressista e repubblicana, con le sue istanze di giustizia sociale e climatica, o sarà la conferma di un’Unione timida, ricattata dagli interessi nazionali e dalle lobby della guerra e dei combustibili fossili, e lasciata morire o uccisa dagli scettici, dai critici dai rassegnati?

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Riprendiamo per mano la PACE

Scegliamo di manifestare perché ciò che sta accadendo in Israele e in Palestina è inaccettabile.
Scegliamo di mobilitarci perché è urgente arrivare a un immediato cessate il fuoco.
Da sempre chiediamo che le istituzioni internazionali e il governo italiano lavorino per garantire il rispetto per il diritto di autodeterminazione delle due popolazioni e si arrivi a una pace giusta e duratura.

Invitiamo la cittadinanza a partecipare a una fiaccolata, per le vie di Torino, per affermare la necessità di impegnarci tuttɜ contro la guerra e la violenza, per la costruzione della Pace.

Condanniamo l’ignobile e brutale atto di aggressione di Hamas contro la popolazione civile Israeliana, contro anziani, bambini, donne, in spregio di ogni elementare senso di umanità e di civiltà, alla quale si è aggiunta la barbara pratica della presa di ostaggi. Questi sono crimini di guerra.

Siamo di fronte alla violazione di tutti i trattati e le convenzioni internazionali, volti a salvaguardare le popolazioni civili dalle guerre e da ogni forma di occupazione.

 

Non vi è giustificazione alcuna per l’operato di Hamas, neppure la disperazione e l’esasperazione del popolo Palestinese, vittima da decenni dell’occupazione, della restrizione delle libertà, della demolizione delle case, della detenzione aribitraria, dell’espropriazione dei terreni e delle continue provocazioni delle frange radicali della destra israeliana e dei coloni può trovare una risposta nell’azione terroristica e militare.
Condanniamo la punizione collettiva che Israele sta perpetrando ai danni della popolazione di Gaza, in cui sono rimaste uccise almeno 7.700 persone. Oltre il 60% sono donne e bambini.
Condanniamo l’assedio totale a cui è stata sottoposta la Striscia di Gaza, che comporta il rischio che le persone muoiano di fame e di sete e che ha già portato alla chiusura di due terzi degli ospedali della Striscia.

Questi sono crimini di guerra.

Siamo di fronte alla violazione di tutti i trattati e le convenzioni internazionali, volti a salvaguardare le popolazioni civili dalle guerre e da ogni forma di occupazione.
La nostra condanna contro ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile, sia Palestinese, sia Israeliana è assoluta.
Hamas deve immediatamente rilasciare gli ostaggi e l’esercito di Israele deve cessare la rappresaglia in corso sui civili di Gaza.
Il 7 ottobre ha segnato una radicale svolta militare, di guerra, che porterà nuove vittime e nuovo odio senza risolvere le cause che, da quasi un secolo, travolgono la popolazione e la terra di Palestina e d’Israele.

È evidente per di più il rischio imponderabile dell’allargamento del conflitto che potrebbe travolgere il Medio Oriente.

 

Scendiamo in piazza per chiedere al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di assumersi la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale chiedendo alle parti l’immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, il rispetto del diritto umanitario per evitare ulteriore spargimento di sangue.

 

Chiediamo un accesso sicuro e duraturo all’acqua, al cibo, alla salute e al carburante necessario per garantire i servizi essenziali.
Chiediamo, con urgenza, una Conferenza di pace che risolva, finalmente, la questione Palestinese applicando la formula dei “due Stati per i due Popoli”, per porre condizione che metterebbero fine all’occupazione Israeliana ed al terrorismo di Hamas, alla resistenza armata Palestinese, ristabilendo così le basi per la costruzione di società pacifiche e democratiche.

 

Noi, come componenti della società civile italiana ed internazionale, siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere il cammino della Pace ed invitiamo le autonomie sociali Palestinesi ed Israeliane a schierarsi chiaramente per la fine della violenza, per il rispetto reciproco e per il diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio Stato.

Per questo lanciamo un appello alle associazioni, ai movimenti, alle cittadine e ai cittadini per manifestare insieme – dimostrando a chi invece vuole distruggere con la violenza, con l’aggressione, con l’occupazione e l’assedio, il diritto dell’altro – la possibilità di convivenza e di un futuro di pace e di benessere per tutto il Medio Oriente.

 

Israele e Palestina: fermiamo la violenza, riprendiamo per mano la Pace

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Together we stand! – un nuovo scambio Erasmus+ in Cascina “Carla e Bruno Caccia”

Sta per cominciare “Together we stand!” il nostro ultimo youth exchange del Programma Erasmus+ che si terrà dal 3 all’11 novembre 2023 nel bene confiscato “Cascina Carla e Bruno Caccia” a  San Sebastiano da Po.

 

Riuniremo 30 giovani cittadinɜ europeɜ dai 20 ai 25 anni provenienti da Italia, Portogallo, Germania, Grecia e Spagna per discutere assieme ed esplorare il valore della comunità e della solidarietà a partire da tre grandi sfide del nostro tempo:

– Affronteremo il tema del precariato lavorativo e abitativo, lottando per trovare lavoro e alloggio accessibile in un mondo sempre più competitivo.
– Daremo importanza al supporto e al benessere mentale dellɜ giovani per affrontare le difficoltà della vita moderna.
– Discuteremo della crisi ambientale, riconoscendo il nostro ruolo nel combattere i cambiamenti climatici e proteggere il pianeta.

 

Ma “Together we stand!” sarà molto più di una semplice mobilità: utilizzeremo l’educazione non formale, attività artistico-teatrali, giochi di ruolo e simulazioni guidate, visiteremo il territorio e ci confronteremo con ospitɜ espertɜ dei diversi settori per trovare soluzioni innovative e sostenibili.

Sarà un’esperienza ricca di riflessioni, divertimento e democrazia!

Resta informatə seguendoci su Facebook e scopri come lɜ giovanɜ europeɜ affronteranno le sfide della società contemporanea e lavoreranno insieme per un futuro migliore.

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Prima plenaria della campagna per la cittadinanza “DEMOAPATIA”

Prima plenaria della campagna per la cittadinanza “DEMOAPATIA”!
Lɜ giovani del nostro movimento si sono incontratɜ lunedì sera per una serata di approfondimento insieme ad Alessia Mancino, parte del nostro mondo da ormai diversi anni.
Abbiamo approfondito, grazie ai suoi studi, il ruolo dei social network nei processi elettorali, elementi che ci sembrano essere così distanti tra loro, ma che in realtà incidono, e non poco, sui processi democratici.
Un primo appuntamento per comprendere come le nuove dinamiche sociali e la velocissima corsa allo sviluppo tecnologico vadano ad influire, direttamente e indirettamente, sulla nostra società!
Approfondisci la nuova campagna per la cittadinanza!
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Ciao Aladji

Ti abbiamo conosciuto un po’ per caso, attraverso le incursioni di Casa Acmos nei giardini Saragat. 

Tutto è iniziato condividendo il campo da basket in pomeriggi assolati e felici, piano piano però è diventato sempre più chiaro che quei giardini fossero per te un luogo dove rifugiarsi per non stare a casa.

Alla fine un posto dove stare bene l’avevi trovato: sei venuto a vivere con noi in casa Acmos e ti sei subito fatto voler bene. Dietro un ragazzo schivo, di poche parole, si nascondeva un animo buono, gentile e generoso. 

 

Purtroppo da venerdì Aladji non è più tra noi a causa di un brutto incidente, avvenuto in Germania dove era andato qualche giorno per trovare un amico conosciuto nel suo percorso tra le mura di Casa Acmos.

In questo momento difficile vogliamo stringerci forte alla famiglia e aiutarla a sostenere le spese per trasportare la sua salma in Senegal e dargli un degno saluto.

Chiunque voglia aiutarci in questa azione di sostegno potrà contribuire tramite:

 

Bonifico
Intestato a: Associazione ACMOS
Causale: Sostegno alla famiglia di Aladji
IBAN: IT29Q0501801000000011111119
BIC: ETICIT22XXX


Satispay

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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